La valorizzazione territoriale e le visite guidate “Visitiamo la città”

Continuiamo con la pubblicazione di contributi tratti dalle guide realizzate dal Comune di Salerno, Assessorato al Turismo, nell’ambito dell’iniziativa “Visitiamo la città“.

Nella guida del 2003/2004 troviamo materiale anomimo

  1. La Terra-madre dell’argilla: RUFOLI
  2. Le Fornaci a fascine: un rito millenario
  3. Il Museo città creativa di Rufoli
  4. Il Coccio-pesto di Rufoli

Pubblichiamo il primo in cui si mette in evidenza che, pur essendo largamente riconosciuta la tradizione ceramica di Vietri, pochi conoscono “la collina argillosa la cui attività di estrazione e lavorazione del cotto precede di millenni quella vietrese” 

Contributo integrale

 

La valorizzazione territoriale e le visite guidate “Visitiamo la città”

Il Comune di Salerno, Assessorato al Turismo, ha promosso da molti anni l’iniziativa “Visitiamo la città”. Il ciclo annuale di visite guidate aveva inizio nel mese di maggio e si prolungava fino al mese di febbraio. La pausa di marzo e aprile era dedicata alla programmazione con incontri presso il Comune e raccolta di materiali da pubblicare in una guida da distribuire ai tanti visitatori.

Nella guida del 2004/2005 c’è un contributo della Dott.ssa Maria Antonietta Iannelli dal titolo “Reperti arcaici a Rufoli” che offre un ulteriore spunto di riflessione al nostro gruppo di studio nell’ambito del Progetto CLIC.

Contributo integrale

 

La Dott.ssa Iannelli ci racconta:

“La nascita delle tegole per copertura, piane e curve (coppi), si perde nella notte dei tempi. Di forma essenziale, costituita da due superfici piane, con ali aggettanti sui lati lunghi, la tegola ha modificato poco della sua morfologia, non avendo il tempo messo in discussione i suoi principi di funzionalità”.

Lo spunto di particolare interesse per il nostro lavoro è l’aver messo in evidenza che, essendo necessaria la perfezione del prodotto ai fini della corretta copertura di case, aie e templi, nulla veniva considerato rifiuto di fabbricazione in quanto i cotti imperfetti (o anche quelli consumati dall’usura del tempo) venivano riutilizzati nei fondi agricoli per il drenaggio dell’acqua. Proprio la presenza di abbondante acqua, unita all’argilla delle cave, da un lato consentiva la produzione di laterizi di vario genere, ma contemporaneamente costituiva un pericolo ristagnando alla base della vegetazione. Proprio per drenare l’acqua e proteggere le radici delle piante venivano utilizzati dunque gli scarti di lavorazione. Ancora oggi probabilmente sarebbe possibile ritrovare gli antichi manufatti in qualche fondo che ha conservato intatto il suo terreno.

La Dott.ssa Iannelli si sofferma poi in modo particolareggiato su tecniche e metodi che consentono un buon drenaggio dell’acqua con l’utilizzo di tegole di risulta e di spezzoni di mattonelle ed afferma “Nulla veniva buttato in una economia che vedeva artigiani e contadini vivere specularmente”.

Frammenti e spezzoni di tegole provenienti da una fornace per la cottura delle tegole sono conservati presso la realtà museale locale (Museo Città Creativa).

Rufoli e la Rotta meridionale dei traffici Nocera-Reggio Calabria

Per aggiungere un ulteriore tassello all’analisi del Territorio di Rufoli- Ogliara nell’ambito del Progetto CLIC abbiamo ricevuto dall’architetto Guglielmo Avallone l’Introduzione alla sua Tesi di Laurea Magistrale In Architettura, discussa al Dipartimento di Architettura di Napoli nel Luglio 2017 – Relatori i proff. Roberto Serino, Maria Cerreta.

Il testo evidenzia  come “La lavorazione del cotto a Rufoli di Ogliara si è resa possibile grazie ad una situazione favorevole, al concorso di fattori naturali e antropici in una formula ben compiuta di Storia e Geografia. Da un lato le fornaci: “romane” (secondo la classificazione tipologica offerta dagli studi archeologici di N. Cuomo di Caprio), riferibili già al periodo tardo medioevale (secondo le citate fonti d’archivio locale); esse si trovano disposte tutte lungo il colmo della stessa piega orografica per la disponibilità della materia prima, ma anche, ricostruendo i tragitti segnati dalla Tabula Peutingeriana, per la vicinanza alla Via Annia-Popilia, la rotta meridionale dei traffici dell’Impero romano che da Capua, passando per Nocera, raggiungeva Reggio Calabria.
Dall’altro la valle del Rio Grancano: anfiteatro orografico di natura argillosa solcato da torrenti montani che favorisce la particolare ventilazione da nordovest del cosiddetto “Napolitano” (come ricorda M.A. Iannelli), scenario plasmato contemporaneamente ed in diverse forme da speciali ‘fenomeni di antropizzazione’ quali, ad esempio, il Museo della Città Creativa, l‘incessante flusso autostradale della Salerno-Reggio Calabria, l’antica coltivazione della cava di argilla, le tradizionali colture vitivinicole, pastorali e, appunto, la lavorazione del cotto, oggi perorata esclusivamente dalle aziende della famiglia De Martino.”      

Link Guglielmo Avallone – Paesaggio e Produzione_Introduzione

Progetto CLIC: salvaguardiamo i Beni Comuni materiali e immateriali!

Il progetto CLIC (Circular models Leveraging Investments in Cultural heritage adaptive reuse), finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020, ha lo scopo di sviluppare, sperimentare, validare e condividere modelli innovativi di business, finanziamento e governance per il riuso adattivo del patrimonio culturale, come strategia per l’applicazione del modello di economia circolare nella città e nel territorio. L’azione, che vede coinvolta una consistente e qualificata compagine internazionale, ha avuto inizio con incontri (Heritage Innovation Partnerships) nelle sedi istituzionali salernitane nel corso dei quali si è avuta una notevole partecipazione di stakeholder locali che, dopo aver ascoltato le testimonianze di Buone pratiche nazionali ed internazionali, hanno potuto sperimentate anche nuove modalità di lavoro di gruppo e di progettazione partecipata. Accogliendo la richiesta di alcuni stakeholder locali, formulata nel corso delle HIP, il CNR-IRISS, capofila del progetto realizzato in partenariato con il Comune di Salerno, ha promosso l’attivazione di un Laboratorio permanente di collaborazione – HIPs Stakeholders’ Permanent Lab – per stimolare una partecipazione assidua dei soggetti interessati con lo scopo di raccogliere, analizzare e condividere le proposte di azione da parte dei soggetti che aspirano ad assumere un ruolo attivo nella conservazione, valorizzazione e riuso del patrimonio culturale della città. Tali proposte andranno a definire il Piano di Azione Locale per il riuso del patrimonio culturale a Salerno, che verrà sottoposto al vaglio dell’Amministrazione comunale. 

Un particolare contributo all’analisi del territorio è stato dato dall’architetto Carlo Cuomo del quale oggi condivido un testo, tratto dal Catalogo Cer(ami)cando, pubblicato in occasione della mostra di “graffi, tagli e protuberanze” di Riccardo Dalisi (lavori realizzati tra il 1995 e il 2000 – alcuni dei quali realizzati a Rufoli) ed esposti dal 17 aprile al 30 maggio 2005 a Casale dei Monaci – Comune di Ciampino.

“Sisina” – Carlo Cuomo (2005)

Ho potuto assistere e documentare, alla fine degli anni ’70, alla chiusura dell’ultima fornace a Rufoli di Salerno: la fornace Ventura. Le fornaci per la cottura a fascine di mattonelle in cotto si erano mantenute numerose ed attive per secoli sulle colline salernitane, concentrate a Rufoli.

Nonostante scritti e documentazioni presentate su giornali locali e riviste di architettura, denunce e grida di aiuto lanciate attraverso convegni, anche l’ultima fornace si era spenta.

Poi, dopo un lungo periodo di silenzio, la famiglia De Martino che si occupava a Rufoli esclusivamente della lavorazione e vendita di argilla, incominciò alla fine del 1978 a produrre lentamente mattonelle cotte in forni a fascina riaprendo la fornace Della Rocca chiusa però dopo quasi due anni perché danneggiata dal terremoto del 1980. A dicembre dello stesso anno restaura e riapre la fornace “pantano”, e con l’impulso e la guida dell’economista/animatore Pasquale Persico acquista e restaura una seconda fornace: la vecchia fornace Ventura.

Oggi Rufoli ha anche un piccolo museo sperimentale ed il laboratorio della fornace De Martino è meta di artisti, designers ed architetti famosi.

Quando ho ricominciato a frequentare le fornaci ho notato che una nuova anima alimentava i luoghi. Quando documentavo la lavorazione negli anni ’70 avevo anche ben documentato l’aspetto rituale del lavoro e del momento sacro della cottura. Solo uomini, con compiti e posizioni relative ben precise nello spazio della cottura: dall’anziano al bambino, al santo nell’edicola votiva. Alle donne il compito di formare le mattonelle e di portare all’ora del pranzo il cibo in ceste di vimini coperto con panni caldi. Sisina aveva lavorato fin da piccola nella fornace “pantano” a formare mattonelle e poi con il marito Carmine a lavorare e vendere l’argilla. Questa frequentazione, da sempre, dei luoghi di lavoro aveva salvato nei suoi sguardi i gesti e le antiche tecniche che ora venivano suggerite ai figli imprenditori. Sisina consulente dell’azienda a dirigere e a correggere i gesti dei nuovi operai, a mostrare la destrezza del gesto, a scegliere l’argilla buona selezionandola dal colore e dall’odore. Fuori dallo spazio rituale, ma non esclusa.
Presente al momento del pranzo, a fianco della fornace accesa.

Progetto CLIC. Azione su Rufoli – Ogliara: riunione on line

Il 29 aprile 2020 si è tenuta una riunione online tra diversi soggetti interessati all’azione CLIC per la valorizzazione della zona Rufoli-Ogliara da inserire nel PAL (Piano di Azione Locale) di Salerno. Dopo alcuni incontri in presenza e vari contatti telefonici interpersonali, è stato necessario un incontro collettivo per elaborare proposte e metodo di avanzamento condivisi tra tutti i partecipanti.

Anche per le azioni da avviare, naturalmente, non è possibile prescindere dall’emergenza COVID in quanto anche per il prossimo futuro si prevedono misure restrittive, soprattutto per il turismo e per gli eventi. Tutta la progettualità pertanto deve essere rivista e adattata alle misure dettate dal ministero.

Ce ne parla Serena Micheletti, Research fellow Institute of Research on Innovation and Services for Development (IRISS) Italian National Research Council (CNR).   Link alla Relazione

Nessuno di noi si sente forte!

In questa prima giornata della “fase 2” della pandemia proponiamo una poesia della nostra socia Anna Fortunato. Non tutti hanno ancora la forza per ripartire, ma bisogna coltivare fiducia e speranza.

 VIRUS

C’ è un virus fuori di noi,

un veleno che, poco controllato

perché microscopico,

entra nel nostro corpo e…

… silenziosamente lavora.

C’è chi ne esce salvo

perché il corpo lo combatte,

c’é chi soccombe perché è più fragile…

Nessuno di noi si sente forte!

Il virus simboleggia

la nostra indiscussa debolezza

e sicuramente la nostra forza interiore

che nessuno riuscirà ad annullare

né a far diminuire…

la forza di essere decisamente uniti

dall’amore fraterno, indissolubile.

25 Aprile

Attualmente l’Italia è una Repubblica democratica, in cui le libertà sono costituzionalmente garantite, ma un tempo non era così.

Vi invitiamo nella giornata di oggi a spiegare in modo semplice, raccontando la storia che ha portato alla liberazione dell’Italia dall’occupazione fascista e nazista, soprattutto ai bambini e agli adolescenti.

 

Manifesto ANPI –

Associazione Nazionale Partigiani Italia

Animazione territoriale

Oggi per la nostra Formazione on line vogliamo condividere un contributo formativo utilizzato dai nostri Animatori Culturali Ambientali sull’animazione territoriale.

“L’animazione territoriale è finalizzata all’attivazione di diverse iniziative che interessano tutto il territorio provinciale e che mirano a consentire il coinvolgimento del volontariato, della società civile, degli enti ed istituzioni, in un processo di crescita basato sui temi della cittadinanza attiva, dell’impegno sociale, della partecipazione democratica, attraverso la strutturazione di reti tematiche, laboratori sociali, percorsi di sviluppo comunitario.”

 Scheda tecnica su Animazione territoriale

Ricordiamo ai lettori che il Corso per divenire Animatore Culturale Ambientale del Centro Turistico Giovanile , proposto dal nostro CTG Comitato provinciale Salerno, è rivolto ad una decina di partecipanti, tesserati CTG,  con idee progettuali che riguardano un territorio specifico.
La modalità di svolgimento è blended, ossia compre formazione in presenza, formazione a distanza e stage operativi. I formatori vengono scelti tra i soci CTG  già A.C.A. con specifiche competenze professionali; per alcune necessità si fa ricorso ad esperti esterni volontari.

Il Corso base è di 50 ore, in quanto comprende vari argomenti e sviluppo di competenze in ambito di animazione e gestione di un Gruppo, oltre che ricerche e attività pratiche di promozione del territorio. Al termine del corso con successo il partecipante può essere iscritto all’Albo Nazionale degli Animatori Culturali Ambientali del CTG.

Per conservare l’iscrizione, ogni anno, oltre a rinnovare la Tessera CTG, è necessario organizzare due visite del territorio e seguire un corso annuale (gratuito) di aggiornamento di 15 ore.

 

 

 

50° anniversario della Giornata Mondiale della Terra

Come ogni anno il 22 aprile è la Giornata Mondiale della Terra; quest’anno è speciale perché ricorre il 50° anniversario.

Dal sito ufficiale recepiamo la raccomandazione di inondare il Mondo di speranza, ottimismo e azione! Collegati al LINK

 Tema dell’anno

L’ARTE PUÒ UNIFICARE IL PIANETA
ISPIRA GLI ALTRI AD AGIRE ATTRAVERSO LE OPERE D’ARTE

News. Anche in questa giornata siamo #distantimavicini

e ringraziamo per aver contribuito alla nostra pagina

  • Il Soffione B&B Salerno  per il Video: La nostra Terra vi attende!
    Salerno è una città turistica. Sulla sommità del Monte Bonadies, l’antico Castello di Arechi regala scorci marini, oltre a ospitare un museo di ceramica e monete medievali. La Cattedrale cittadina sorge sui resti di un tempio romano. Presso il Giardino della Minerva si coltivano piante medicinali fin dal XIV secolo. Di grande importanza la Scuola medica salernitana che rappresentò una incredibile esperienza per apertura al punto di avere non solo allieve donne ma addirittura insegnanti donne che quindi non erano più relegate al ruolo di semplici levatrici ma potevano accedere agli alti gradi della gerarchia universitaria oltre che a poter esercitare l’arte medica.
  • Il Gruppo di Barcellona Pozzo di Gotto per il Video Laudato sii
    Barcellona Pozzo di Gotto è un comune italiano di 41 126 abitanti della città metropolitana di Messina in Sicilia. È il comune più popoloso della città metropolitana dopo Messina.
  • Da Brindisi Ada Quartulli per il Video Una lunga bella storia
    Brindisi è una città portuale pugliese sull’Adriatico. Il Castello Alfonsino in pietra rossa sorge su un isolotto all’imbocco del porto. L’imponente Monumento al Marinaio d’Italia in pietra calcarea a forma di timone regala panorami del mare e della città. Sull’altro lato del porto, il Castello Svevo risale al ‘200.
  • Da Cerignola Anna Fortunato per la sua Poesia:  Abbraccio
    Cerignola è un comune italiano di 58 543 abitanti della provincia di Foggia in Puglia, situato nella valle dell’Ofanto sulle ondulazioni che delimitano a sud il Tavoliere. È il comune più esteso della regione Puglia e di tutta l’Italia meridionale, terzo in Italia, preceduto solo da Roma e Ravenna.
  • La BIMED e le scuole fidelizzate d’Italia per il costante impegno di tutela dell’ambiente (oggi il contributo di una scuola media di Genova  BIMED_Terra
    Genova è una città portuale, capoluogo della regione Liguria. È nota per il suo importante ruolo nel commercio marittimo nel corso di molti secoli. Nel centro storico si trova la Cattedrale di San Lorenzo, in stile romanico con facciata a strisce bianche e nere e interni affrescati. Strette stradine conducono a piazze monumentali come la piazza de Ferrari, con la caratteristica fontana in bronzo e il teatro lirico Carlo Felice.
  • Gli amici di Legambiente per il loro invito al Flash Mob Virtuale