Archivi giornalieri: 28 febbraio 2017

Ictus

Ictus

L’ictus è una grave condizione patologica, che si verifica quando i rifornimenti di sangue diretti al cervello si interrompono o sono fortemente ridotti. Senza questo apporto sanguigno fondamentale, il tessuto cerebrale comincia a morire per l’assenza di ossigeno e nutrienti.
L’ictus si contraddistingue per l’insorgenza improvvisa e, a causa degli effetti deleteri che esso può avere, richiede un intervento immediato. Infatti, prima si agisce con le appropriate contromisure, e minori saranno i danni cerebrali.

I principali fattori di rischio sono rappresentati dall’ipertensione, dall’aterosclerosi, dal fumo di sigaretta e dall’abuso di alcool; non a caso, quindi, l’ictus è più frequente negli uomini rispetto alle donne e nei Paesi industrializzati rispetto a quelli in via di sviluppo.

sintomi sono diversi e dipendono da fattori differenti, come la gravità dell’ictus, l’area di cervello colpita, le cause ecc; lo stesso dicasi per le complicazioni. La sintomatologia può, quindi, essere più o meno reversibile nel breve periodo, mentre le conseguenze a lungo termine possono essere parzialmente corrette da un’adeguata riabilitazione.

L’incidenza dell’ictus, in Italia e nel mondo, è altissima; nel nostro paese, ogni anno, colpisce più di 200.000 persone, di cui l’80% sono nuovi episodi mentre il restante 20% ricadute (cioè pazienti che hanno già avuto un episodio passato di ictus).
Sempre a livello nazionale, l’ictus è una delle maggiori cause di morte (la terza, dopo le cardiopatie e il cancro), e di invalidità. Si devono a esso, infatti, circa il 10-12% di tutti i decessi e la maggior parte degli adulti disabili.
Gli individui più a rischio sono gli anziani; non a caso, il 75% dei casi di ictus interessa persone dai 65 anni in su, mentre il rimanente 25% coinvolge persone più giovani (bambini compresi).

http://www.my-personaltrainer.it/cardiopatia-ischemica/infarto.html</p

Infarto

Nel linguaggio comune, il termine infarto si riferisce alla necrosi – quindi alla morte – del tessuto muscolare cardiaco; per questo motivo è più corretto parlare di infarto miocardico. Le ragioni per cui una regione più o meno estesa del cuore va incontro a necrosi sono diverse e tutte riconducibili all’insufficiente apporto di ossigeno.

Nella maggior parte dei casi l’infarto miocardico è dovuto alla trombosi di un grosso ramo coronarico, secondaria ad un processo aterosclerotico. L’insufficiente flusso ematico riduce drasticamente l’apporto di ossigeno e nutrienti alle cellule miocardiche, che muoiono nel giro di poche ore e vengono rimpiazzate da tessuto cicatriziale non contrattile. Il danno risulta pertanto irreversibile.

Il grado e la durata dell’ostruzione determinano la gravità e le conseguenze dell’infarto miocardico. Per questo motivo è importante saperne cogliere i sintomi ed allertare prontamente i soccorsi sanitari nel caso questi si manifestino; il coagulo di sangue può essere infatti sciolto da specifici farmaci trombolitici, che per ovvie ragioni vanno somministrati il più precocemente possibile.

Una causa minore di infarto – relativamente comune tra i cocainomani – è data dal violento spasmo (contrazione) di un’arteria coronarica, che interrompe il flusso di sangue ad una parte del cuore.