Archivi giornalieri: 9 febbraio 2017

Bullismo

Il bullismo è una forma di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale, di natura sia fisica che psicologica, oppressivo e vessatorio, ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di persone considerate dal soggetto che perpetra l’atto in questione come bersagli facili e incapaci di difendersi.
Immagine bullismo

L’accezione è principalmente utilizzata per riferirsi a fenomeni di violenza tipici degli ambienti scolastici, e più in generale di contesti sociali riservati ai più giovani. Lo stesso comportamento, o comportamenti simili, in altri contesti, sono identificati con altri termini, come mobbing in ambito lavorativo o nonnismo nell’ambito delle forze armate.

A partire dagli anni 2000, con l’avvento di Internet si è andato delineando un altro fenomeno legato al bullismo, anche in questo caso diffuso soprattutto fra i giovani, il cyber-bullismo.

Il bullismo come fenomeno sociale e deviante è oggetto di studio tra gli esperti delle scienze sociali, della psicologia giuridica, clinica, dell’età evolutiva e di altre discipline affini. Non esiste una definizione univoca del bullismo per gli studiosi, sebbene ne siano state proposte diverse.

I primi studi sul bullismo furono svolti solo a partire dalla seconda metà del XX secolo e si svolsero nei paesi scandinavi, a partire dagli anni settanta, e, poco dopo, anche nei paesi anglosassoni, in particolare in Gran Bretagna e Australia. Da allora in poi il fenomeno è stato oggetto di una crescente attenzione, soprattutto da parte della cronaca giornalistica.

Letteralmente il termine “bullo” significherebbe “prepotente”, tuttavia la prepotenza, come alcuni autori hanno avuto modo di rilevare, è solo una componente del bullismo, che è da intendersi come un fenomeno multidimensionale

Il bullismo si basa su tre principi: intenzionalità, persistenza nel tempo, asimmetria nella relazione.

Il collegamento tra bullismo e violenza ha attirato un’attenzione notevole dopo il massacro della Colombine High School nel 1999: due ragazzi armati di fucili e mitragliatori uccisero 13 studenti e ne ferirono altri 24 per poi suicidarsi.

 

Shoah, il Giorno della Memoria

Shoah è una parola ebraica che significa “catastrofe” ed ha sostituito il nome “olocausto” che è stato usato in precedenza per definire lo sterminio nazista. Esso dava implicitamente un senso a questo evento e alla morte. La Shoah non ha nè precedenti nè paralleli.

Lo sterminio degli Ebrei non ha una motivazione territoriale, non è stato determinato da ragioni espansionistiche o derivato da una strategia politica. E’ stato deciso sulla base del fatto che il popolo ebraico non meritava di vivere. E’ una forma di razzismo radicale che volere rendere il mondo <<Judenfrei>> (ripulito dagli ebrei).

Dopo la Shoah è stato coniato il termine <<genocidio>>. Purtroppo il mondo ne ha conosciuti tanti, e ancora troppi sono in corso nel mondo.

Riconoscere delle differenze non significa stabilire delle gerarchie nel dolore: come dice un ebraico << chi uccide una vita , uccide il mondo >> .

Studiando le possibili forme di eliminazione , le formule dei gas più letali ed efficaci , allestendo i ghetti nelle città occupate , costruendo i campi studiando una complessa logistica nei trasporti e tanto altro. (Da completare, modificare o eliminare)