Giò Madonnari – Istituto Linuiti Giffoni Vallepiana

Il tradizionale appuntamento del Centro Turistico Giovanile, Giò Madonnari, ha raccolto tra le partecipazioni all’iniziativa anche quella dell’Istituto Linguiti di Giffoni Vallepiana, che con i ragazzi ha prodotto una serie di disegni sul tema dell’anno, dedicato ad uno dei più importanti giornalisti, poeti e scrittori per ragazzi, Gianni Rodari. Della relazione con i docenti e con gli studenti si interessa Deborah Plaitano, che ha dedicato particolare impegno nel 2020 al Progetto Ambiente in rete con diverse associazioni e alla tematica “Acqua bene da conservare e gestire” sostenuta da ATO e BIMED. “100ANNIRODARI” è la tematica che ha sollecitato i ragazzi a disegnare un soggetto che ricordasse uno dei suoi svariati lavori. Il mese di Maggio è stato definito come tempo necessario per studiare, trovare l’idea da rappresentare e realizzarla su foglio di carta per poi inviarla via mail al Centro Nazionale.

L’istituto Linguiti ha selezionato testi di Rodari sulla tutela dell’ambiente e in particolare sulla risorsa acqua.

DOCUMENTAZIONE

Il gruppo CTG Agape Aps di Bracigliano, ha pensato inoltre di collegare via conferenza (come spesso si è usato nei mesi scorsi) tutti i ragazzi partecipanti per seguirli passo per passo nella realizzazione dei propri manufatti.
Il successo della manifestazione è stato decretato anche dalla partecipazione di ragazzini che risiedono in zone diverse del territorio e ha avuto come partner l’AGE (Associazione genitori. A tirare le somme di questa inedita esperienza il gruppo Provinciale, con la sua Presidente e Consigliera nazionale Prof. Adele Cavallo, da sempre vicina alle esigenze dei Gruppi del CTG, che con dedizione e passione accompagna ormai da anni al raggiungimento di obiettivi di realizzazione e diffusione di attività invidiabili!

La valorizzazione territoriale e le visite guidate “Visitiamo la città”

Continuiamo con la pubblicazione di contributi tratti dalle guide realizzate dal Comune di Salerno, Assessorato al Turismo, nell’ambito dell’iniziativa “Visitiamo la città“.

Nella guida del 2003/2004 troviamo materiale anomimo

  1. La Terra-madre dell’argilla: RUFOLI
  2. Le Fornaci a fascine: un rito millenario
  3. Il Museo città creativa di Rufoli
  4. Il Coccio-pesto di Rufoli

Pubblichiamo il primo in cui si mette in evidenza che, pur essendo largamente riconosciuta la tradizione ceramica di Vietri, pochi conoscono “la collina argillosa la cui attività di estrazione e lavorazione del cotto precede di millenni quella vietrese” 

Contributo integrale

 

La valorizzazione territoriale e le visite guidate “Visitiamo la città”

Il Comune di Salerno, Assessorato al Turismo, ha promosso da molti anni l’iniziativa “Visitiamo la città”. Il ciclo annuale di visite guidate aveva inizio nel mese di maggio e si prolungava fino al mese di febbraio. La pausa di marzo e aprile era dedicata alla programmazione con incontri presso il Comune e raccolta di materiali da pubblicare in una guida da distribuire ai tanti visitatori.

Nella guida del 2004/2005 c’è un contributo della Dott.ssa Maria Antonietta Iannelli dal titolo “Reperti arcaici a Rufoli” che offre un ulteriore spunto di riflessione al nostro gruppo di studio nell’ambito del Progetto CLIC.

Contributo integrale

 

La Dott.ssa Iannelli ci racconta:

“La nascita delle tegole per copertura, piane e curve (coppi), si perde nella notte dei tempi. Di forma essenziale, costituita da due superfici piane, con ali aggettanti sui lati lunghi, la tegola ha modificato poco della sua morfologia, non avendo il tempo messo in discussione i suoi principi di funzionalità”.

Lo spunto di particolare interesse per il nostro lavoro è l’aver messo in evidenza che, essendo necessaria la perfezione del prodotto ai fini della corretta copertura di case, aie e templi, nulla veniva considerato rifiuto di fabbricazione in quanto i cotti imperfetti (o anche quelli consumati dall’usura del tempo) venivano riutilizzati nei fondi agricoli per il drenaggio dell’acqua. Proprio la presenza di abbondante acqua, unita all’argilla delle cave, da un lato consentiva la produzione di laterizi di vario genere, ma contemporaneamente costituiva un pericolo ristagnando alla base della vegetazione. Proprio per drenare l’acqua e proteggere le radici delle piante venivano utilizzati dunque gli scarti di lavorazione. Ancora oggi probabilmente sarebbe possibile ritrovare gli antichi manufatti in qualche fondo che ha conservato intatto il suo terreno.

La Dott.ssa Iannelli si sofferma poi in modo particolareggiato su tecniche e metodi che consentono un buon drenaggio dell’acqua con l’utilizzo di tegole di risulta e di spezzoni di mattonelle ed afferma “Nulla veniva buttato in una economia che vedeva artigiani e contadini vivere specularmente”.

Frammenti e spezzoni di tegole provenienti da una fornace per la cottura delle tegole sono conservati presso la realtà museale locale (Museo Città Creativa).